Speleo Club Ribaldone - Genova

Gruppo speleologico fondato nel 1970

7-8-9/4/'07 Capanna Simi

Una Pasqua alternativa

Luca, Roberto,Silvye, Erica P. e Davide si danno appuntamento nel posto più macabro di tutta Genova ...Cimitero di Staglieno e anche ad'un'ora indecente ... 06:00 mentre Erika e Ale partono prima con il loro suzukino per incontrarci ad Aulla..

Finalmente dopo aver sbagliato bivio, uscendo a Carrara per tornare indietro ("ma ragazzi non siete mai andati al Duplè" Riky), e aver rimediato un tamponamento (povera Speleòpolo) ci congiungiamo con Ale e la Erika per l'infinita statale che ci condurra a destinazione (ovviamente dopo qualche giro turistico voluto dal capo colonna Ale).

Grazie al potentissimo mezzo di Ale riusciamo a trasportare tutto il materiale fino alla Capanna Simi dove dove ostenta la sua superiorità liberando un SSANYONG KORNADO bloccato nella neve. 

Ora la fortissimissima squadra d'armo, composta da Ale,Erika eLuca partono per compiere il loro dovere... cercare e armare l'abissoAttilio Guaglio... Mentre Luca ed Erika preparano i sacchi Ale cercal'ingresso... risultato impraticabile da metri di neve che ostruisconola piccola apertura.

Subito chiamiamo Riccaro e Stefania chiedendoli se si possono procurare rilievi e schede d'armo di qualche altra grotta...

Tornati alla capanna facciamo legna e Davide e Roberto scendono qualche metro di una grotta già armata li vicino... decidendo di fare questa il giorno dopo...

Finalmente verso le 19 arrivano Riccardo e Stefania...

Ora cedo la penna, volevo dire la tastiera alla Ste... che sicuramente scrive meglio di me (ci vuole poco )

 

Raccolgo il testimone da Luca in questo resoconto-staffetta. E tento di ricordare che cosa è successo. Allora, la telefonata che il Guaglio è ostruito dalla neve ci raggiunge quando io e Riccardo siamo già in macchina, quindi usciamo dall’autostrada alla ricerca di un internet point, questo ci permette di raggiungere gli altri alle 19 e non alle 17 come avevamo previsto. Grazie alle indicazioni raccolte dagli amici del GS Lucchese raggiungiamo in men che non si dica l’attacco dello sterrato (piu’ o meno men che non si dica, diciamo il tempo di…dunque…6 birre, ecco)

Arriviamo e gli altri hanno già messo tutto a posto: le birre sono beatamente sdraiate in un cumulo di neve e la stufa nella capanna è già al lavoro. Ci accingiamo quindi alla cena e tra un risotto che sa di plastica, svariate birre, una bottiglia di veleno, schitarrate e cazzate varie andiamo a letto presto che domani la sveglia suona.

E infatti, alle 4.30 sentiamo un “hello moto” inquietante. E’ il telefono di Silvye che si è dimenticata la sveglia del giorno precedente. Smadonnamenti vari di tutti tranne Davide che continua a russare imperterrito (dando tra l’altro il cambio a Roberto) e riprendiamo a dormire fino alla sveglia ufficiale delle ore 7.00 orario sempre pessimo ma sicuramente piu’ umano.

Svegli e in forma facciamo colazione e ognuno di noi scarta il suo uovo di Pasqua (è pur sempre la domenica di Pasqua), nella fattispecie un ovetto Kinder. Un’ora dopo siamo pronti a metterci in moto per fare i due metri che ci separano dall’ingresso della grotta. Io seguo Davide convinta che sappia il fatto suo. E invece…evidentemente non lo sa. Scendiamo un pozzetto di una decina di metri. Davide, io e mi segue Roberto. Davide si infila in una strettoia che sembra essere davvero stretta )l’italiano, questo sconosciuto!) . “Mi serve un uomo da buco di culo, chiamami Luca” Faccio il mio dovere e urlo a Luca di raggiungermi a fondo pozzo. Il nostro furetto arriva in me che non si dica. Tuta nuova intonata al casco (la mia influenza inizia a farsi sentire anche tra gli Hard Speleo) e dice di non volerla sporcare. Davide gli urla “tranquillo, non è sporco, qui è tutto marmo, sembra di sdraiarsi in chiesa” Asciugate le lacrime agli occhi Luca segue Davide. Ma la grotta chiude. No, non è decisamente quello che pensavamo fosse. Torniamo indietro.

Ci dirigiamo al Simi. Turno di ferie e troviamo chiuso dalla neve. Dopo aver valutato la situazione inizia il cazzeggio vero e proprio. C’è chi vuol fare una risalita a spit su un blocco di marmo, chi vuole tirare su un mucchio di neve per mettere su una teleferica e schiantarcisi dentro, chi vuole passare la giornata a prendere il sole, chi vuole tentare lo Gnomo, chi vorrebbe fare un giro per il bosco. Abbandonati da Ale (che ha mal di schiena e opta per una sana passeggiata fino a quota 1500) Silvye (che oggi proprio non se la sente di entrare in grotta e segue Ale nella sua pazza impresa) Erica (che decide invece di prendere il sole) gli altri si dirigono verso la Buca Sottostrada. Una delle opzioni assieme all’Eunice. Troviamo subito la buca sottostrada (è sotto la strada!!!) ma ovviamente è troppo bello per essere vero che noi entriamo. No, decidiamo di cercare l’Eunice. Riccardo e gli altri partono alla ricerca e sembra che lo trovino. Peccato che abbiano trovato l’ingresso Uno dal quale passa a malapena Luca (che come abbiamo detto è un uomo da buco di culo) Io e Roberto non ci passiamo neanche a rate. Ci mettiamo alla ricerca di un altro ingresso. E FINALMENTE ne trovo uno a dimensioni del mio sedere. Mi infilo ma sembra che servano subito le corde. Aspetto che mi raggiungano gli altri. Finalmente arrivano tutto ma oramai è mezzogiorno passato e decidiamo di mangiare già che ci siamo. Nella salita Erica (Johanna) ha preso un ramo in un occhio e le viene qualche capogiro. Non se la sente di entrare. Davide-John, nella sua qualità di boyfriend e cavaliere decide di stare fuori a tenere compagnia alla consorte, sappiamo solo che da quando ha ripreso possesso della capanna fino al nostro rientro ha disboscato mezza Arnetola nel tentativo di “fare un po’ scorta”. Alla fine entra Luca per primo e arma, io gli “corro” dietro , dietro di me Roberto e Riccardo chiude il gruppo. Il primo pozzo scarica un casino e io smadonno anche se è Pasqua. Sotto di me Luca continua nell’armo, io con il timore di tirarmi dietro tutto il terrazzo mi allongio al frazionamento con la delicatezza con cui cambio i pannolini a mia nipote. Il pozzo è valutato trenta metri circa. Io seguo Luca ciecamente e ci ritroviamo nella prima saletta. Aspettiamo il resto del gruppo che nel frattempo era stato raggiunto momentaneamente da Davide che gli ha portato ancora l’ultimo sacco d’armo, e si aggiunge anche la notizia che il sacco con i viveri e l’acqua invece è rimasto fuori (io non prendo benissimo questa notizia…)

Le prosecuzioni sembrano due, una sinistra e una a destra. Per fede decidiamo di andare a sinistra, ma prima vogliamo guardare se la va a destra è quella dell’ingresso dove si era infilato Luca. Lasciamo i sacchi nella saletta e ci arrampichiamo. Anzi no, si arrampicano Riccardo e Luca i nostri due uomini-ragno. Io invece, la donna-comodino mi spatascio sulla roccia liscia liscia  e studio da patella sullo scoglio. Non vado né avanti né indietro. Decido che non ho voglia di andare a vedere l’ingresso. (La volpe e l’uva?) Dopo qualche minuto i due baldi giovini ci raggiungono mentre io sono in pieno confessionale con Roberto che mi ha tenuto compagnia.

Torniamo quindi verso i sacchi. Riccardo mi fa dono di una mandibola di pipistrello che ha trovato. Io ho il sospetto che si un unghia di gatto ma mi fanno notare che è poco probabile. Prendo in mano il mio dono e sto già pensando di metterlo al sicuro nella sacchetta d’armo quando… mi cade e  lo perdo!!! DISDETTA. Con le pive nel sacco calpesto la via del ritorno. Prendiamo i sacchi e proseguiamo, siamo su un pozzo valutato una ventina di metri. Luca sta smadonnando perché gli spit sono vecchi e arrugginiti e per metterne uno ci impiega un quarto d’ora. Prosegue nell’armo e io nel mentre tento di doppiargli l’attacco arretrato. Piego la tredici. Questo mi fa sospettare che lo spit faccia piu’ schifo di quel che pensassi. Scendiamo sul coniglio che ha attrezzato Luca ed evitiamo di doppiare l’attacco arretrato. Il pozzo è simpaticamente sotto stillicidio. Quando arriviamo in fondo ci rendiamo conto che quello era solo l’antipasto di quello che ci sta aspettando. Piove che Dio la manda (che oggi è pure risorto) e mentre aspetto che Luca attrezzi il prossimo pozzo (40? 50? Mi chiede di passargli la corda da 80 e io mi sto cagando addosso) mi manca solo il Badedas e il cavallo bianco che galoppa per sembrare la pubblicità (o era il Vidal?). Ma gli unici animali che abbiamo a disposizione sono il Furetto che sta armando, il Cinghiale che assiste all’armo, il Riccio che mi raggiunge sotto l’acqua e il Bradipo-scrivente. Cazzo, piu’ che una grotta sembra l’arca di Noe’. L’acqua a sufficienza c’è.

Torniamo seri, Luca arma e scende, dietro di lui Roby e io che aspetto nel frattempo sono riuscita a mettermi all’asciutto ma oramai sembro una spugna (e non per il vino stavolta!) Inizio ad avere veramente freddo. Sceso il 50 (così è stata stimata la lunghezza del pozzo) ci troviamo su un pozzo che viene valutato 80 metri. Io sono intirizzita. Luca è intenzionato a scendere, io sinceramente sto per morire congelata, preferisco iniziare a salire e con me viene Roberto. Lasciamo Riccardo e Luca alle prese con il pozzo e noi iniziamo a salire. Risaliamo il 50 sotto stillicidio e io tiro giu’ mezzo rosario (è Pasqua, non posso tirarlo giu’ tutto) Mentre aspetto che Roby mi dia il libera sogno un idromassaggio caldo all’uscita della grotta, una tazza di tea bollente e un pigiama con ghette felpate e un orso disegnato sulla pancia. Deliri dettati dal freddo a parte, mi arriva il libera e mi arrivano le voci di Riccardo a Luca che hanno dovuto abbandonare la discesa del pozzo perché è franato il punto in cui era presente il frazionamento. Ma che bella notizia. E con questa direi che ho battuto pure la Marcuzzi e i suoi cazzo di yogurt Activia.

Risalgo il pozzo tentando di passare tra una goccia e l’altra per dirigermi prima possibile verso la parte piu’ asciutta della grotta. Sopra di me Roberto sta smadonnando con un frazionamento. Io aspetto pazientemente sulla corda appesa come un salamino (va beh, un salamino di 90 chili….) . Sopra di me la cascatella dal corrimano mi sembra incredibilmente diminuita. Quando Roberto mi urla il libera e si toglie mi arriva addosso tutta l’acqua che aveva trattenuto lui con il corpo. Rischio di annegare. L’acqua è aumentata, indubbiamente. E ora non c’è altro da fare che passare sotto la doccia un’altra volta, trenta metri piu’ sopra so che saro’ all’asciutto. Mi appendo sulla corda e vengo raggiunta da quei due mostri di Luca e Riccardo che ha simpaticamente disarmato sotto cascata. E’ tutto pulito e lindo. Sembra uscito dal negozio. Arrivo annaspando in cima al pozzo e finalmente posso dire di essere all’asciutto, non vedevo l’ora. Ora ci manca solo il 60 che pero’ è asciutto. Ri-peccato che pero’ ci piovano pietre. Ci mettiamo in sicura e parte Roberto. Io e Luca aspettiamo Riccardo che sta disarmando. Luca vede un’ulteriore ramo che potrebbe portare all’uscita. Prova a infilarsi ma mi dice che è stretto (se è stretto per lui per me è impossibile). Quando mi arriva il “libera” di Roberto inizio a salire. Questo pozzo non mi piace, appena sfiori qualcosa scarica giu’ di sotto. Passo il frazionamento e prima di dare il libera mi assicuro di aver oltrepassato il terrazzino bastardo. Quando penso di essere fuori pericolo do il “libera” per Luca che inizia a salire. Sfortunatamente per lui non ero evidentemente fuor pericolo e tiro giu’ una pietra grossa come un microonde compresa di prolunga. Sento voci sommesse dal fondo e mi sale un groppo in gola come se avessi appena mangiato una sbrisolona intera senza poter bere per le prossime 14 ore. Luca mi grida che è tutto a posto, ma non gli credo. Io mi sento una merda. Roberto tenta di tranquillizzarmi ma non serve a molto. VOGLIO USCIRE VOGLIO USCIRE E VOGLIO USCIRE. E voglio vedere Luca. Decidiamo di salire a gruppi di due. Io esco e do il libera a Roby che mi raggiunge fuori. Nel frattempo fuori è grandinato di brutto. Arrivato il naso di Roberto fuori diamo il TUTTO LIBERO ai due ragazzi che in tre nano secondi ci raggiungono. Io sembro Rose in Titanic prima di morire, unghie blu e labbra viola (che per altro con tuta e casco rossi non si intonano per nulla!) Luca è vivo e lotta insieme a noi. Appurato che sta bene e che è il solito stronzo di sempre ci dirigiamo alla capanna dove ci aspettano Erica P, Davide e Silvye. Ale e Erica F sono già partiti alla volta di Genova. La serata finisce mangiano e bevendo (ma va?) e sparando le solite cazzate e anche se la voglia di stare lì a chiacchierare è tanta crolliamo nei sacchi poco dopo la mezzanotte. Andiamo a dormire con la consapevolezza che domani nessuna sveglia suonerà.

ERRORE! Alle 7 in punto il mio cellulare trilla per la solita sveglia puntata. Io ignoranza delle ignoranze ho spento il cellulare sperando di metterlo a tacere e invece…mi giro per cercarlo però tiro una capocciata nel soffitto tirando giu’ il primo santo a disposizione e svegliando tutta la camerata, che se non si era svegliata per la sveglia sicuramente ha sentito la mia Madonna. Ci svegliamo con calma e trascorriamo la giornata funkazzista prendendo il sole e trastullandoci in progetti malati. Come sempre. Fino a che i baldi maschietti non decidono di fare un giro per il bosco e noi femminucce rimaniamo al sole a parlare. Dopo poco i ragazzi ci chiamano perché c’è bisogno di noi (????) Sembra che abbiano trovato una grotta (???) Raggiungiamo gli altri che stanno parancando un masso di dimensioni spropositate. Alla fine riescono ad estrarlo (in pratica serviva il supporto psicologico delle Pink Speleo per riuscirci) e Luca si infila. Siamo tutti chini sul buco a tentare di avere notizie di Luca quando il Furetto ci sbuca alle spalle!!!!

Ohibo’! Delusi e affamati ci dirigiamo verso la capanne e iniziamo a fare il fuoco. La nostra Pasquetta finisce a braciole e birra (le ultime delle 48 lattine portate) e un brindisi ai futuri progetti. Mesti e un po’ tristi per abbandonare questo posto meraviglioso carichiamo il Jimny del Capo con tutti gli zaini noi ci dirigiamo verso il posteggio dove erano state abbandonate le altre macchine. Il week end si conclude in macchina in coda per il rientro ma con la consapevolezza nel cuore di avere un gruppo meraviglioso con tanti progetti e un nuovo posto delle meraviglie nel cuore. Torneremo presto.

 

P.S. se ho dimenticato qualche dettaglio è colpa della 48 lattine di birra.



Commenti:

Vale
Vale
Che bello! bravissimi! avrei voluto esserci anche io... a prendere il sole ovviamente ;-)

ricordo a chi di dovere di inserire nella mailing list chi manca, compresa la sottoscritta!
così la prossima volta lo sappiamo con un minimo di anticipo e non ci prendiamo altri impegni...
thank you :-)

per silvye e roby: sabato sera io sandro & co stavamo per prendervi in prestito il defender! tanto era lì solo soletto a staglieno...evitavamo di prendere due car per andare in giro...

baci

silvye
silvye
tranne che per i 1500 m con ale (dove a momenti la morte mi coglieva per aver sperimentato una discesa libera senza sci e dove abbiamo appurato che la teoria dell'albero funziona: cioè ti ferma!!) posso dire che lara croft ci fa un baffo a noi speleo girls!!

tralassciando "hello moto" del quale continuo a merdificarmi e a scusarmi, mi sono divertita un zacco apparte che ora sono bella ustionata
e che la discesa dal rifugio per me è stata traumatica, sul jimmy carico di roba di riky (nel quale eravamo ad incastro tipo quinto livello tetris) sciancando con il furetto che scendeva appiedato, che è partito per ultimo e saltellando sulle frane tipo molla è arrivato prima di noi...

per Vale: guarda che con la Roby-mobile avreste fatto poca strada....=_=



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